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mercoledì 29 luglio 2015

Professione baby-sitter

Mi capita molto spesso di essere contattata per svolgere il servizio di baby-sitter, principalmente in estate, quando le scuole materne e le scuole elementari sono chiuse per "ferie". Mi capita spesso di dover giustificare la tariffa che richiedo per questo servizio poiché troppe persone svolgono questa attività alla leggera, con varie motivazioni: disoccupazione, mobilità, perdita del lavoro, università o altro ... insomma, l'attività di baby-sitter troppo spesso non è vista come una professione come le altre ma come occupazione saltuaria, momentanea ... e questo sia da chi la svolge sia da chi richiede il servizio.
Mi ritrovo troppo spesso a parlare con mamme lavoratrici che, pur essendo lavoratrici, pur sapendo di aver bisogno del servizio, non percepiscono l'importanza di questa attività. Per questo motivo vorrei ricordare alcuni aspetti di questa professione, seria ed importante tanto quanto quella delle insegnanti e pedagogiste che operano nel settore scolastico.
Prima di tutto vorrei ricordare che, in genere, si tende a pagare la baby-sitter in "nero", senza contributi, senza INPS, senza INAIL; io da anni ho provveduto a pagarmi una assicurazione antinfortunistica. Ma si potrebbe ovviare a questo inconveniente, permettendo anche di far emergere una lavoro altrimenti non controllato,  facendo pagamenti regolari con i vauchers che comprendono una piccola percentuale di INPS e INAIL. I vauchers si possono tranquillamente ottenere richiedendoli presso qualsiasi sportello postale che li emette e li paga; basta consegnare il proprio codice fiscale e quello della baby-sitter e gli importi non dovranno essere scaricati o dichiarati poiché già registrati automaticamente. Le mamme lavoratrici hanno i contributi versati, quindi potrà essere vero che il costo della baby-sitter rischia di equiparare lo stipendio della mamma che richiede il servizio, ma la mamma del bimbo ha in più i contributi a fine pensionistico.
Le mamme lavoratrici usufruiscono di permessi, di malattia, di ferie retribuite mentre le baby-sitter non hanno nulla di tutto ciò; anzi, le baby-sitter lavorano soprattutto quando gli altri lavoratori fanno festa e non hanno nessuna copertura in caso di malattia.
Spesso le baby-sitter non hanno copertura assicurativa, intesa come copertura verso eventuali danni recati ai bimbi. Io ho stipulato una assicurazione appropriata che mi copre in caso di infortunio o danno nei riguardi dei bimbi. Pago un premio annuale abbastanza alto perché ho voluto una copertura certa e di un certo valore, nonostante la vita di un bimbo non possa avere un prezzo.
Io vedo nel mio paese le donne che fanno le baby-sitter; vedo che trascinano i bambini mentre vanno al super mercato a fare la propria spesa; vedo che non li fanno giocare e li portano spesso a casa propria per poter fare i lavori di casa propria. Certamente, chiedono solo 5€ all'ora, ben sapendo che comunque non si impegneranno troppo  potendo continuare a fare le stesse cose di ogni giorno. Poi, però può accadere che comunque il ritorno economico non sia troppo soddisfacente e magari si negano negli impegni di poche ore per cercare impegni con un maggior numero di ore e poter, così, raggiungere una cifra soddisfacente. Così facendo, non si preoccupano di lasciare una mamma senza la persona di fiducia o il bambino senza la tata, a cui magari si è affezionato.
Io mi dedico completamente al bimbo/a che tengo; quando sono in paese, spesso li porto a casa mia per fare la merenda (compresa nel prezzo) o per fare laboratori (materiali a mio carico). Sono in grado di far fare i compiti fino alla terza media (alle superiori non mi spingo per metodi di studio troppo diversi da quelli che erano ai miei tempi); leggo e scrivo in francese e inglese, canto in inglese, suono la chitarra. Insomma, sono in grado di intrattenere bimbi piccoli e grandi senza farli stare davanti alla televisione, faccio attività ambientaliste ed animaliste.
Sono una scrittrice, ho pubblicato in dieci anni dieci libri, tra cui un romanzo storico in quattro volumi, e racconti tra cui una raccolta di racconti per bambini.
Ho viaggiato in Francia ed in Inghilterra.
Ho maturato anche troppe competenze, nei miei sessant'anni, che sono lieta di mettere al servizio dei bambini che stanno con me.
Sono auto munita, mi sposto tra il paese ed i paesi limitrofi senza difficoltà ed anche in città (Parma). In paese l'auto la uso anche per gli spostamenti dei bambini in palestra od altri luoghi che devono o vogliono frequentare, senza chiedere un centesimo di più.
Se tutto questo non vale i 10€ all'ora che chiedo, mi domando perché chi fa pulizie di casa o stira possa chiedere, invece, questo importo senza che nessuno protesti per la cifra.
Ho scritto questo post non per amore di polemica, ma per far riflettere su quello che si richiede a chi  fa la baby-sitter; posso assicurare da parte mia tutta l'attenzione, tutto l'affetto, tutta la serietà che questa professione richiede.
L'unica cosa che io chiedo è che la mia professionalità sia riconosciuta, come è riconosciuta dall'Albo delle baby-sitter della Val d'Enza a cui sono iscritta; iscrizione che ha richiesto da parte mia la partecipazione costante al corso tenuto da pedagogisti e pediatri ed un tirocinio gratuito di tre settimane presso un nido di Sant'Ilario, oltre alla mia esperienza di mamma ed ormai decennale come baby-sitter.
E' ovvio che siamo in tempi di crisi; è obbligo, da parte delle famiglie, fare delle scelte oculate. Ma quando si parla di sicurezza dei propri cari (siano bambini o anziani; ho anche esperienza, infatti, come assistente domiciliare e ospedaliera) occorre valutare tutti i pro e i contro, prima di affidarli a chicchessia. Inoltre, ovviamente, la mia tariffa oraria scivola verso il basso in occasione di impegni giornalieri di un numero maggiore di ore, (in genere faccio una tariffa forfaittaria)  proprio perché da mamma lavoratrice (lavoro ormai da quarant'anni) so che per lavorare in tranquillità occorre sapere il proprio bimbo/a sicuro, in mani esperte ed affettuose; occorre però che chi svolge l'attività sia anche una persona soddisfatta del proprio lavoro, soddisfatta anche dal punto di vista retributivo. Solo così si potranno avere delle baby-sitter professionali, senza avere il timore di doverle cambiare troppo frequentemente. I bambini potranno affezionarsi alla loro baby-sitter, che potrà così essere un vero punto di riferimento per i piccoli e gli adulti.